#24

Cara Redazione di TOR,
sono disperato perché in palestra tutti sanno saltare con la corda tranne me. Non mi ritengo una persona scoordinata, ma neanche così tanto sportiva. Mi muovo perché fa bene e perché non voglio morire di infarto o di qualche tumore. Prima correvo per strada, ma era più il tempo che passavo cercando di non farmi investire dalle auto che quello trascorso effettivamente a correre. In palestra corro sul tapis roulant a una velocità media. Tutto va bene, ma quando vedo l’istruttore prendere la corda precipito nel panico: in genere le corde le tiene appese a una rastrelliera in un angolo, perciò quando mi accorgo che sta per dirigersi da quella parte, subito trovo una scusa qualsiasi e mi rifugio in bagno o fingo di rispondere a una telefonata. Una volta mi sono girato a parlare con un uomo sconosciuto a cui ho chiesto l’ora due volte. Temo che prima o poi il trucco sarà scoperto e che tutti mi irrideranno. È incredibile come sembri facile a vedere gli altri: saltano sulle punte leggeri e la corda compie un arco perfetto, una, due, tre volte, all’infinito, schioccando sul pavimento con regolarità assoluta. Io non riesco neanche a fare il primo saltello: cado, incespico, non riesco a coordinare le mani e i piedi. Una volta mi sono dato una frustata in fronte così forte che si sono fermati tutti a guardarmi preoccupati. In effetti ho avuto un graffio per qualche giorno: finché non è completamente sparito non mi sono più fatto vedere.
Grazie per l’aiuto.

#23

Gentile Lettore,
non c’è un altro modo per dirlo: il detersivo per piatti deve essere a base di limone e aceto. È solo grazie all’azione sgrassante di questi due ingredienti che il risultato può essere ottimale: la sua allergia a tali elementi è un problema che non può essere risolto in alcun modo, se non indossando degli appositi guanti o pagando qualcuno che lavi i piatti al suo posto. Ha provato a produrre del detersivo in casa? Si può fare, servono poche cose: un barattolo di vetro, una pentola, un imbuto e un frullatore. Le basterà bollire dei limoni fino a quando non saranno morbidi; quindi li taglierà a pezzetti di una dimensione qualunque dopo averli privati dei semi e li frullerà, filtrandoli con un colino e versando infine il tutto in una pentola con acqua, aceto e sale. Si ricordi di mescolare numerose volte durante il processo di ebollizione. Con il frullatore a immersione, dopo aver spento il fuoco, amalgamerà il composto e lo trasferirà in un contenitore di qualsiasi grandezza. Se anche così le sue mani dovessero squamarsi e prudere, dovrebbe prendere in considerazione l’idea di usare stoviglie di plastica.
Distinti saluti dalla Redazione.

#22

L’opera è stata scritta alla fine dell’Ottocento, ma siamo già in clima novecentesco.
Le soluzioni melodiche favorirono una maggior alternanza di arie e romanze al posto di altri elementi, conferendo allo schema musicale dell’opera un qualche valore aggiunto.
L’allestimento del palcoscenico si è rivelato sobrio, con i cantanti a loro agio tra le impalcature pensate per aggiungere dinamismo. Il regista ha scelto colori freddi ma intensi, che mischiati al clima passionale della musica si sono presentati agli occhi e alle orecchie del pubblico; il cast era di livello, con una menzione particolare per alcuni di loro.
Il direttore d’orchestra ha tenuto sotto controllo i tempi e le dinamiche della partitura, cercando di rispettare la visione globale del compositore. Degno di menzione anche il contributo dell’orchestra nonostante la prevista convocazione della riunione sindacale avvenuta a metà del secondo atto: fortunatamente gli iscritti non ricoprivano i ruoli più esposti dell’organico quindi si è potuto andare avanti.
Il pubblico ha applaudito alla conclusione dell’opera e si è mostrato invece un po’ freddo al termine del primo atto, forse anche in seguito alla caduta del tenore tra gli spettatori delle prime file, che hanno però aiutato il cantante a rialzarsi e a risalire sul palco.
Una nota stonata: il mancato bis del coro a metà dell’opera.
“Mi sarebbe piaciuto ascoltarlo di nuovo, ho cercato di mantenere l’applauso a lungo ma sono stato ignorato nonostante avessi anche fischiato verso il direttore per mostrargli i palmi arrossati”, ha confessato un uomo settantenne all’uscita del teatro.
Nel complesso, uno spettacolo a cui assistere.

#21

Sono bello. Gli amici mi chiamano D’Annunzio, le tipe con cui vado a letto non riescono a chiamarmi per quanto in alto le porto, gli manca il fiato. Alle femmine mi dedico anima e corpo, e loro me ne sono grate. L’altra sera ho detto a una tipa “Hai preso il bourbon? Prima di portarti in paradiso me ne faccio un cicchetto.” Ci eravamo appena conosciuti, lei stava facendo un versamento in banca. Ma aveva già capito come sarebbe andata a finire. Lo capiscono subito, basta che mi alzi gli occhiali da sole. Sì, li porto anche di sera. A un’altra al semaforo ho detto “Il tuo corpo è come un tir con gli abbaglianti in autostrada. Ho dovuto accostare.” Loro la sanno la storia, le donne sono istruite: quando arriva D’Annunzio è il momento del piacere.
Alcune perdono il controllo per il sigaro, altre per la giacca con la cravatta quasi slacciata, altre per il pelo che spunta dalle maniche della camicia, altre ancora non resistono alla testa rasata. Alcune guardano più in basso, certo, e come dargli torto. “Ehi, il sigaro sta qua,” dico. Mi piace farle ridere, quando ridono abbassano le difese, e a quel punto colpisco e affondo. Non sbaglio mai.
Una volta ero a Kiev con un amico. Pioveva, era l’una di notte, in giro non c’era nessuno. Lui era depresso, voleva tornare in albergo. Gli ho detto “Fratello, quando fa freddo, piove e non si vede un cazzo è meglio: stanno già in casa.” Ho suonato al primo citofono che ho trovato e in due secondi stavo dentro. Il mio amico non lo so, l’ho rivisto due giorni dopo a colazione e mi sono dimenticato di chiederglielo.
Mi hanno chiesto di scrivere questa rubrica per dare consigli agli uomini. Uomini, se non andate a segno è per colpa di quelli come me. E per essere come me servono impegno e natura. Sul primo si può lavorare, sulla natura… be’, provate a scrivere una letterina a Dio. Se ho tempo una letta gliela do.

#20

Il caos relativo alle elezioni continua a riversarsi sui cittadini e sulla comunicazione.
Secondo i risultati post-voto, infatti, sembra che sarà necessario procedere con la fase del ballottaggio, in cui i due candidati che hanno ottenuto il maggior numero di voti (ma senza raggiungere il quorum necessario) si sfideranno in un’ulteriore tornata elettorale.
L’affluenza non è stata alta, complici forse la partita di calcio e un sentimento di disillusione da parte dei cittadini, che hanno quasi disertato tutti gli ultimi comizi elettorali dei candidati; probabilmente anche il meteo ha influito, dato che il primo giorno di voto la giornata è stata nuvolosa di mattina ma assai soleggiata fin dall’ora di pranzo, situazione notoriamente invitante per scampagnate, gite fuori porta e generiche attività all’aperto.
Le persone si sono recate ai seggi in maniera ordinata, in alcuni casi gli anziani sono stati lasciati passare avanti dai più giovani, garantendo un deflusso più snello; inoltre, come sempre le forze dell’ordine hanno tenuto d’occhio la situazione.
Le schede erano molto grandi ma ben piegate (“Un piacere da scartare” ha detto una diciannovenne castana); da segnalare tuttavia che più di un votante (le stime indicano un numero compreso tra 3 e 11), uscendo, si è lamentato della poca praticità del modulo cartaceo.
“Anche questo è un simbolo di distanza tra cittadini e politica,” sembra che abbia detto qualcuno.
Cresce l’attesa per il ballottaggio: Comune, Ministero e Prefettura stanno organizzando le giornate di voto. I cittadini si preparano a tornare alle urne per esercitare il loro diritto/dovere, mentre il campionato di calcio è finito ma la bella stagione sembra essere arrivata. Questi elementi sanciranno il numero di persone che parteciperà all’elezione del candidato vincitore; uno dei due contendenti ha ricordato il suo ruolo importante nella Prima repubblica, l’altro ha invece confermato il suo impegno nel rispettare il programma.
La gente sembra consapevole del voto che esprimerà al ballottaggio; una conferma arriva da una signora di passaggio davanti al palazzo del Comune: “Almeno stavolta le schede saranno più piccole e meno ingombranti,” ha detto, con la vis polemica che contraddistingue certi cittadini italiani.

#19

ImmagineIl dibattito scientifico impazza: cos’è l’universo e cosa c’era “prima”? Può esistere un “prima” del tempo? Il Big Bang è un concetto superato? E la teoria delle brane? E quella delle comete? Perché esiste tutto? L’esistenza esiste?
Sono domande abbastanza importanti, e le risposte aiuterebbero l’umanità a capire cose cruciali come “Perché?” “Perché ‘io’?” “Perché perché?”, e così via.
Alcuni però non si capacitano dell’ammasso di domande che affolla la mente dei fisici teorici, dei cosmologi, dei neuroscienziati: la risposta, per alcune persone, è molto semplice. La gente è stufa della scappatoia mistica (“È stato Dio!”) e propende per un ragionamento partito “dal basso”, dall’uomo della strada. Ne abbiamo parlato con un tale.
– Allora, questo universo?
– Ma è chiaro: se si teorizza un prima dell’universo e lo si chiama Nulla, visto che a rigor di logica nulla può esistere all’infuori del Nulla se il Nulla esiste, allora non può esistere nemmeno un universo dopo il Nulla e questo di fatto è già il Nulla. Mi spiego? Non ha senso concepire il contrario del Nulla. Insomma, si tratta di un Nulla privo di materia in cui esiste solo il Pensiero.Immagine
– Quindi secondo Lei la realtà non esiste?
– Non è questo il punto. Il punto è che la Coscienza coincide con la cosiddetta Realtà. Tutto qua.
– Va bene. Ora cosa farà?
– Sto andando dal podologo, poi si vedrà.
– Grazie, arrivederci.
– Ciao.

#18

È stata una partita simile a certe altre viste in passato.
Tra la squadra di casa e quella ospite la bagarre è iniziata prima del fischio d’inizio, quando il prezioso bottino scatenava gli istinti dei tifosi che, recandosi all’impianto sportivo, nascondevano borse contenenti armi da taglio e bastoni al fine di innescare una guerriglia, massacrare l’avversario e infliggere ferite anche alle forze dell’ordine. Tuttavia non si sono registrati danni ingenti, grazie al sequestro tempestivo del materiale di cui sopra e al deflusso ordinato della tifoseria sconfitta la quale, nonostante la delusione, è scemata senza conseguenze per l’ordine pubblico.
I novanta minuti: combattuti; soprattutto nella ripresa quando la posta in gioco cominciava a farsi sentire, nei muscoli ma anche nei nervi. Il gol con cui la squadra ospite ha vinto la sfida è stato mediamente fortunoso.
Da segnalare un tiro della squadra opposta che per poco non pareggiava i conti: bravo il portiere a opporsi con una tipica parata. La squadra vincente ha sfiorato il raddoppio in due occasioni, ma i giocatori sono risultati precipitosi in un caso e lenti nell’altro. Peccato per loro.
Le interviste: “Un momento storico” ha detto un atleta subito dopo il fischio finale. Parole da leader anche da parte del Capitano: “Sognavo questa cosa da tantissimo tempo”. Più diplomatico l’allenatore: “Abbiamo vinto”.
Gli sconfitti hanno dimostrato sportività al momento di accettare la medaglia d’argento: “Sono demoralizzato”, ha dichiarato il terzino. “Anche io”, ha confermato il centrocampista a capo chino.
La partita in televisione: successo dal punto di vista dello share. Secondo i dati odierni, infatti, molta gente ha seguito la partita davanti agli schermi.
Appuntamento alla prossima stagione.

#17

Gentile Lettore,
andiamo dritti al punto: la rivista è e sarà unicamente online. Gli argomenti sono strettamente legati alla cronaca, all’attualità e alla società, con alcune digressioni sullo spettacolo e sulle cose degli eventi. Lo stile del sito che ospita la rivista è, come ha visto, asciutto, essenziale, con utilizzo di colori freddi e finalizzati ad una migliore qualità di lettura; anche i caratteri delle parole sono di grandezza media, e permettono un’efficiente visualizzazione su qualunque schermo.
L’immagine rappresentativa della rivista è iconografica e non necessariamente legata alla tipologia degli argomenti trattati; ciò consente di risultare ai lettori (e a eventuali sponsor) appetibile come brand autonomo, indipendente, in grado di differenziarsi dall’offerta globale online.
La cadenza sarà a inappellabile discrezione della Redazione, con l’eccezione di questa rubrica (“TOR risponde”), che uscirà ogni venerdì.
Evidentemente, questa rivista è una delle sorprese più innovative e interessanti degli ultimi tempi. È alla luce di questo che, certi della sua comprensione – dei presupposti della rivista in primis, e dei suoi scarsi mezzi in seconda battuta – rifiutiamo senz’altro la sua richiesta di collaborazione.
Sperando di aver risposto alle sue domande in modo esauriente, le inviamo i distinti saluti della Redazione.

#16

Cara Redazione di TOR,
sono uno scrittore di libri.
Quattro mesi fa è uscito il mio primo romanzo: oggi siamo alla terza ristampa e io che sono giovane non vorrei perdere il contatto con la realtà. Per questo vi scrivo. Mi piacerebbe, infatti, restare il giovane scrittore umile che sono sempre stato: per carità, mi lusinga sentirmi dire che sono bravo, però non mi importa. Quello che voglio è che ciò che faccio venga recepito, entri negli occhi e nel cuore delle persone. Perché, credo, è questo che fa uno che scrive. Entrare.
Ti chiedo, cara redazione di TOR: come posso fare a restare uno scrittore umile? Lo so che non è tutto passerelle e classifiche, che se hai ventotto anni e combini cose che la gente in una vita intera, magari, non riesce a fare, non devi pensare che sei arrivato da qualche parte, ma solo che sei partito bene, so tutto questo e tuttavia ho paura di montarmi la testa. In questi mesi sono successe tantissime cose, forse troppe, e mi hanno sconvolto: è vero, non c’è sfizio a inventare il mondo se poi non ti stupisce, ma certe volte mi sembra di esagerare. La meraviglia è bella. La meraviglia verso le cose grandi che possono succedere nella vita: nessuno dovrebbe smettere di pensare possibile la meraviglia, ma il fatto che mi preoccupa è che io sono costantemente meravigliato. Ho paura che troppa meraviglia possa farmi male. Ecco, gentile redazione di TOR, per favore puoi dirmi come posso fare a restare così umile?

#15

– Cosa ci farà con quel video che ha appena fatto?
– Non ho fatto nessun video.
– Sì.
– Ma ha visto che roba?
– Sì. Cosa ci farà con quel video?
– È un documento!
– Di cosa?
– Ma non ha visto? Hanno ammazzato un uomo!
– No, non ho visto perché stavo guardando Lei.
– Gli hanno tagliato la testa con un’accetta!
– Cosa ci farà con quel video?
– Ma non lo so! Ecco la polizia…
– Darà il video alla polizia?
– Se me lo chiedono, certo!
– La polizia sa che Lei ha fatto quel video col suo telefono?
– Non lo so!
– Glielo dirà?
– Non lo so! Mi lasci in pace adesso.
– E il video?
– …
– Scusi, e il video?
– Appena passa da qui la polizia glielo dico.
– Cosa dirà alla polizia?
– Che ho ripreso la scena, no?, che dice Lei?
– Non lo metterà su Youtube?
– Ma non lo so!
– Ci pensi su. Ce lo metterà?
– Non lo so, cazzo! Mi lascia in pace, per favore? C’è la polizia.
– Lo metterà su Youtube?
– Ma perché devo metterlo su Youtube?
– Perché è un documento, no? L’ha detto Lei.
– Lo darò alla polizia o alla stampa.
– Perché?
– Stanno arrestando quei due pazzi…
– Perché?
– Che scena orribile…
– Quale applicazione ha usato per riprendere la scena?
– Eh?!
– Quale applicazione ha usato? Per riprendere la scena.
– Quella normale dell’iPhone.
– Ci metterà dei filtri? Farà post-produzione?
– La polizia sta mandando via tutti.
– Farà post-produzione per il video di questo omicidio?
– Ma quale omicidio, questo è terrorismo!
– Arrivederci.