#47

La nuova legge sull’omofobia promossa da un tale politico ha scatenato un vespaio di polemiche. Ma a noi di The Oslo Review queste polemiche non interessano perché andiamo al nocciolo della questione e facciamo giornalismo sul campo: noi chiediamo alle persone cosa pensano delle cose.
Abbiamo chiesto al nostro tabaccaio di fiducia, che tutti ritengono omosessuale, cosa pensa della legge.
«Cosa pensa della legge?»
«Che è un bel casino.»
«E quella sull’omofobia scritta da quel politico?»
«Non la so.»
Ma il tabaccaio è solo uno dei molti omosessuali più o meno gay che hanno un atteggiamento di sfida nei confronti di questa legge. Per vederci chiaro abbiamo fatto una telefonata.
«Pronto, cosa pensa della legge sull’omofobia?»
«Chi è?»
«Non chi, cosa. È una legge.»
«-click-»
Ci aspettavamo reticenza perché il tema è scottante, ma questa è vera e propria omertà. Un nostro redattore, giornalista militante sul campo del giornalismo sulle cose e le questioni, ha deciso di interpellare un’associazione omosessuale per raccogliere pareri autorevoli.
«Lei è gay?»
«Sì.»
«Lei è anche passivo?»
«Scusi?»
«Lei, nel corso di un rapporto sessuale con uno o più sconosciuti, viene penetrato?»
«Saranno pure affari miei, credo.»
«Cosa significa essere passivi da un punto di vista psicologico?»
«Credevo di dover parlare della legge di Scalfarotto.»
«Ogni cosa a suo tempo. Allora, i passivi?»
«…»
«Risponda.»
«…»
«Risponda.»
«…»
«Risponda.»
«Io me ne vado.»
«Va a farsi penetrare oppure a penetrare?»
«Il suo atteggiamento è offensivo. E pure omofobico.»
«Siamo giornalisti, non possiamo essere tacciati di omofobia. Siamo come il papa.»
«Andate al diavolo.»
«Allora lei è cattolico?»
Il militante è andato via, indignato dalla profondità della nostra inchiesta. Ma noi di The Oslo Review non ci arrendiamo mai. Perciò abbiamo deciso di fare un ultimo tentativo chiamando direttamente la persona della politica che ha voluto e firmato questa legge. Troviamo il suo numero di telefono grazie alla rete Internet.
«Pronto?»
«Lei è una donna. Vorremmo parlare con il politico della legge sull’omofobia.»
«Può dire a me.»
«Il politico è omosessuale?»
«Direi proprio di sì.»
«Che significa? Che lo è molto? O sta insinuando che è molto passivo?»
«Ma chi parla?»
«La redazione di The Oslo Review – sito di informazioni sulle cose. Stiamo facendo un’inchiesta sulla legge sull’omofobia che ha sollevato un vespaio di polemiche.»
«Può trovare il testo completo della legge on-line.»
«Noi vogliamo sapere se il politico che l’ha redatta è un vero omosessuale, cioè se è passivo.»
«La saluto. Arrivederci.»
Cari lettori di The Oslo Review, come vedete questa della legge sull’omofobia è una questione scottante che divide le persone. La maggior parte degli esseri umani non se la sente nemmeno di parlarne in quanto tema infuocato che agita gli animi dei cittadini portandoli alla reticenza. Che dipenda proprio dalla legge? Che sia fatta male? Che non difenda abbastanza i diritti di chi desidera solo vivere in pace accogliendo peni e quant’altro all’interno del proprio corpo? Ancora non lo sappiamo, ma continueremo a indagare.

#46

Grazie alla nostra Guida definitiva sui Misteri e i Segreti di Facebook, le persone che utilizzano il famoso social network potranno conoscere aspetti che non sospettavano nemmeno e che li aiuteranno a vivere meglio questa era digitale.
Cominciamo dall’importantissima funzione “Centro Assistenza”: cliccando su “Centro Assistenza” potrete trovare le risposte alle domande più frequenti, per esempio “A chi dovrei inviare richieste di amicizia?”, che è un aspetto vitale delle giornate di moltissimi utilizzatori di Facebook, i quali un po’ per timidezza e un po’ perché sono soli al mondo spesso rimangono a sfogliare database umani sterminati indecisi sul da farsi: «L’altro giorno ho spento il computer» ha dichiarato, in stato di choc, il titolare di una tabaccheria di via Mario Broglio. Grazie al “Centro Assistenza” potrete inoltre capire come utilizzare il prezioso “Generatore di codici”, verso il quale il 76% degli utenti ha dichiarato di sentire «il più acuto senso di stupore mai provato».
Tramite la funzione “Segnala un problema”, invece, è possibile “segnalare un problema”. I problemi sono un micidiale handicap del vivere mondiale: la maggior parte delle persone con problemi, infatti, si dice non serena o comunque ammette che probabilmente starebbe meglio senza. I problemi sono inevitabili e per questo la funzione “Segnala un problema” è una delle più utilizzate dagli individui di sesso maschile e femminile.
Un’altra fondamentale sezione di Facebook troppo spesso ignorata a favore di altre è quella denominata “Condizioni e normative”. La consultazione di questa area è spesse volte sottovalutata («Grazie ma sono ciliaca» ha non a caso dichiarato una studentessa di Lingue dell’Università “Normale” di Pisa), ma possiamo assicurare i più scettici che prendere visione dei suoi contenuti si rivelerà illuminante: conoscere le condizioni che si accettano nell’utilizzare Facebook è importante, così come è importante individuare le cose proibite che non si possono assolutamente fare (inneggiare allo stupro, venerare Hitler, postare foto di organi genitali, eccetera). Se siete degli sviluppatori, nella sezione “Condizioni e normative” troverete i termini di pagamento per gli sviluppatori. Se siete dei consumatori, nella sezione “Condizioni e normative” troverete i termini di pagamento per i consumatori. Se volete fare una cosiddetta “pagina” in questa sezione c’è scritto come si fa.
Altra importantissima possibilità, ignorata dai più, è quella relativa alle “Notifiche push”. Attenzione: le notifiche push sono fondamentali. Per attivarle dovete aprire le impostazioni del vostro telefono, scegliere l’opzione “notifiche”, selezionare “Facebook”, toccare il pulsante apposito. Solo così potrete attivare la funzionalità. In questo modo sarete raggiunti dagli aggiornamenti dei vostri amici anche quando non sarete collegati al vostro computer o sarete occupati in altre cose. «Non avrei mai pensato di sapere della morte di Saramago mentre stavo [voce indecifrabile], ma grazie alla funzione Notifiche Push questo è stato possibile!» ha detto in proposito un anziano ipertiroideo.
Abbiamo volutamente lasciato per ultimo la sezione di Facebook che nessuno conosce più entusiasmante e divertente di tutte, ovvero quella relativa alla “Privacy”. Se tenete tanto alla “Privacy” è chiaro che qualcuno vi ha iscritto a Facebook a vostra insaputa e che adesso non riuscite più a disattivare il vostro account (su cui vi ritrovate amici degli sconosciuti coi nomi inglesi che non significano niente); ebbene, grazie a questa straordinaria funzione, “Privacy”, sarete voi a dettare la vostra “Privacy” e sarete voi a decidere per esempio chi può vedere le vostre cose, chi le può commentare, chi vi può contattare e soprattutto sarete voi ad agire con forza e tempestività qualora qualcuno vi infastidisse e in nessun modo riusciste a farlo smettere. «Io ho bloccato tutti!» ha raccontato al nostro inviato un uomo, testimoniando così che questa opzione funziona.

#45

La questione economica attanaglia le conversazioni delle persone. In precedenza, su The Oslo Review, abbiamo affrontato i vari aspetti delle cose viste dall’ottica di stili di vita differenti e di ceti sociali più o meno abbienti, dato che ci interessa la società.
L’ultima proposta provenuta dagli amministratori della società, dopo un’attenta riflessione corale, è stata finalmente svelata alle persone: il Gratis. Si tratta di un innovativo inquadramento professionale che consente a chi viene ingaggiato di occupare posizioni di prestigio all’interno di aziende e strutture, e all’amministrazione pubblica di ottenere forza lavoro immediata e copiosa, limitando del 99% la fuoriuscita di denaro.
«Si tratta di una sperimentazione temporanea» ha detto il ministro. «Cerchiamo di rispondere al bisogno di fare carriera della gente e di migliorare la situazione economica. È una cosa che potrà durare anche in futuro.»
Finora la richiesta di colloqui per i nuovi posti di lavoro è stata più che buona, segno che le persone capiscono il senso profondo del lavoro, che non è la retribuzione o il semplice ritorno economico degli avidi.
Alcuni candidati hanno lamentato l’impossibilità di ottenere l’incarico a causa di sospette connivenze che avrebbero favorito solo determinate persone a discapito di altre.
«Sono certa di essere stata la migliore, eppure mi hanno scartata. Penso che ricorrerò» sostiene in maniera convulsa una delle ragazze che ha partecipato alle selezioni. Ma non è stata l’unica: ce ne sono state altre.
La nuova classe dirigente “Gratis” prenderà servizio tra qualche tempo: vi consigliamo di scaricarvi da internet il bando di concorso, di riempirlo debitamente e successivamente decidere se il nuovo sistema “Gratis” faccia per voi. Non è detto, infatti, che sia un obiettivo ricercato da tutte le persone. Certe persone, senza la certezza di uno stipendio, non si alzano neanche dal letto la mattina, preferendo oziare e lamentarsi dello stato delle cose.

#44

Piccoli, grandi eroi di tutti i giorni. Quanti ne conosciamo? Quanti ne incrociamo per la strada senza neanche degnarli di uno sguardo? Quanti azzanniamo ferocemente perché ci hanno urtato col gomito? Sono tantissimi, e circolano invisibili tra noi comuni mortali presi dal tran tran quotidiano.
Pensiamo a chi ogni giorno si alza alle 7.30, si lava i denti, si veste e va alla fermata dell’autobus dove l’attesa supera i dieci minuti. E noi cosa facciamo per loro? Li consideriamo dei falliti perché prendono l’autobus, e gli rubiamo il posto a sedere per vendetta mostrandogli il dito medio. Ma loro sono degli eroi, e meriterebbero rispetto.
Pensiamo a chi ogni giorno prende l’automobile e si immette nel traffico per andare in ufficio. Spesso e volentieri gli ingorghi sono così intensi che fanno arrivare questi eroi già stanchi sul posto di lavoro. Eppure loro continuano imperterriti e mettono firme sui documenti, appongono timbri, smistano pratiche, parlano cordialmente con colleghi che molto spesso odiano. Sono loro gli eroi dei nostri tempi, e noi gli diciamo “vaffanculo” con le vene che ci gonfiano il collo solo perché i computer hanno perso la nostra documentazione. Non è giusto.
Ma pensiamo anche ai tanti, tantissimi eroi che ci danno le cibarie, le bevande che consumiamo calde o fredde in lussuosi appartamenti dotati di riscaldamento centralizzato, pensiamo a quegli eroi di tutti i giorni che alla cassa ci porgono una busta carica di ogni ben di Dio e in cambio desiderano solo pochi spicci e un sorriso. E noi cosa facciamo? Non li guardiamo nemmeno nei loro splendidi occhi blu come il mare. No, controlliamo lo scontrino per vedere se ci hanno “fregato”, se hanno battuto uno yogurt Vitasnella in più, e pensiamo che sono degli sporchi ladri.
Ma loro, proprio loro sono i veri eroi di questa società, sono quelli che ci permettono di dormire sereni nelle nostre lenzuola di seta, quelli che ci fanno un timido sorriso mentre ci puliscono il parabrezza al distributore di benzina con le loro tute macchiate di grasso (e noi, ingrati, pensiamo “quasi due euro al litro, ‘sti pezzi di merda”), quelli che ci dicono buongiorno mentre portiamo la spazzatura ai cassonetti e che noi ricambiamo grattandoci le palle.
Se vogliamo davvero rendere questo mondo un posto migliore, non sarebbe una cattiva idea cominciare proprio con gli eroi di tutti i giorni che affollano le nostre strade. Facciamogli un sorriso, un occhiolino, diciamogli “anche tu sei un vincente”, abbracciamoli e comunichiamogli la nostra gratitudine, comportiamoci anche noi da eroi. Perché c’è un eroe dentro ognuno di noi, basta aprirgli la porta del cuore e quello uscirà.