#38

Per pulire a fondo la vostra casa è adesso disponibile il nuovo robot che pulisce la vostra casa. Il prezzo è proporzionato alle prestazioni e al mercato. Il nuovo robot che pulisce la vostra casa pulisce la vostra casa al posto vostro e questo è un fatto positivo sia per voi, come proprietari di casa, che per la casa in quanto casa. A differenza di una persona, il nuovo robot che pulisce la vostra casa non può stancarsi a meno che non si scarichino le batterie oppure scoppi un incendio, sebbene i numerosi test a cui è stato sottoposto il macchinario hanno dimostrato che la sua durevolezza è di molto superiore a quella di certi altri macchinari.
Sono pochissime le accortezze che dovrete prendere quando userete il nuovo robot che pulisce la vostra casa: prima di tutto è necessario che la casa abbia un pavimento, per evitare che il macchinario precipiti nel vuoto; infine assicuratevi di non lasciare sul pavimento stesso oggetti vari come per esempio le cose (possono deviare il percorso dell’oggetto, portandolo lontano anche centinaia di chilometri rispetto a voi).
«Utile» ha ammesso un uomo che lo ha utilizzato per alcuni mesi. «Effettivamente pulisce, ma mio figlio aveva il terrore cieco che volesse ucciderlo, perciò lo abbiamo riportato indietro e cambiato con un coltello di ceramica che almeno non si muove da solo».
Il 76% delle massaie italiane si è dichiarato soddisfatto dal nuovo robot che pulisce la casa, tuttavia non ha saputo spiegarne il motivo. «Ho sete», pare che abbia detto una signora uscendo dal negozio di elettrodomestici.

#37

La notizia è ormai di dominio pubblico: l’Italia è spacciata. Partita dal blog di un tizio di Trieste, la triste novella si è diffusa in rete, tra siti del web, portali Internet e pagine on-line, fino ad approdare nelle redazioni dei giornali importanti della carta stampata. Un influente quotidiano, infatti, ha titolato: «L’Italia spacciata? Pare proprio di sì» scatenando un putiferio di reazioni. Abbiamo chiesto a un esponente della politica se è proprio vero che l’Italia è spacciata.
«Be’, la situazione è grave. Non so se arriverei a dire che è spacciata, ma insomma, è una cosa grave, proprio grave.»
Ormai in strada non si parla d’altro. Al bar, alle Poste, dal macellaio, e anche nei locali di tendenza dell’élite, il brusio è sempre lo stesso: l’Italia è spacciata. Ma ora tutti si chiedono: è una cosa definitiva? Ci sarà una ripresa che potrà annullare lo spacciamento in cui versa il nostro amato Paese? O dovremmo già dire “beneamato”?

Secondo il colorito vicino di casa di qualcuno le cose stanno così: «Arrivati a questo punto possiamo solo credere nelle fenici. È una merda totale.»
Ma dal mondo ecclesiastico arriva un segnale di speranza. Pare che una suora abbia detto alla madre di un bambino del suo oratorio: «È un bimbo capriccioso ed egoista e non ascolta nessuno, ma non è troppo tardi per inculcargli il rispetto. Gesù Cristo deve entrare dentro di lui.» La mamma, e non solo lei, ha visto nelle parole della suora un messaggio di speranza per l’Italia intera: e se Gesù Cristo entrasse dentro tutti noi? Forse l’Italia non sarebbe più spacciata. Intanto se ne sta discutendo in Parlamento, dove c’è chi sta preparando un disegno di legge per fare entrare Cristo. Nel frattempo, teniamo duro. Ma teniamo anche d’occhio la rete Internet per capire a che punto siamo, dove stiamo andando, in attesa di un nuovo segnale di speranza dai blog. In bocca al lupo a tutti gli italiani.

#36

«Il ritmo me lo sento dentro» è il commento di una fan subito dopo il concerto dell’artista italiano, «È una cosa che proprio, cioè, non so spiegare. Questo ritmo è… pazzesco».
L’entusiasmo dei fan è molto, e così quello dell’artista, che riempie lo stadio come fosse un monolocale e fa ballare tutti: giovani, meno giovani, giovanissimi, vecchi e molto vecchi. Il musicista alterna ritmi caraibici a bongo africani, canzoni tradizionali balcaniche a tarante pugliesi, lamenti funebri samoani a pop e dance di matrice britannica. Insomma, è un vero calderone musicale e i suoi fan lo vorrebbero ambasciatore della Terra. Dice un ragazzo intervistato subito dopo lo show: «È una musica che unisce i popoli del mondo!» Dice un altro tale: «È una musica che ci unisce. Tutti. Troppo bella.» E un’altra: «Divertentissimo. Mi sento unita agli altri, questa è proprio musica che unisce.» Il gestore dello storico chiosco fuori dallo stadio: «Quello che fa questa musica è unire. Unire tutti. Insieme.» Un bagarino di Pozzuoli: «Ha unito anche noi parassiti dell’illegalità. La sua musica ha questo potere. Ci unisce a pazzo.»
La prossima data è prevista per il primo agosto in un’altra città. Il sindaco ha già detto che non prevede alcun servizio d’ordine per il concerto perché «Si tratta di una festa di pace e di unione. Uniamoci nella musica di questo grande artista e restiamo così, uniti, anche dopo il concerto. Non dimentichiamo la grande lezione della musica.»
I biglietti sono già esauriti da tempo, dunque se vorrete ascoltare l’artista dal vivo vi toccherà unirvi a gente di una città diversa dalla vostra. Buon divertimento e viva la musica che unisce i popoli del pianeta Terra.

#35

L’evento richiama persone da ogni parte del mondo. È una tradizione molto sentita dagli abitanti del luogo, che grazie a varie citazioni in testi di letteratura e di cucina è diventata un momento di festa, patrimonio di tutta l’umanità.
Si comincia il primo giorno con una bizzarra rappresentazione della nascita del mondo come se fosse un enorme cartellone del Twister, il famoso gioco in cui le persone devono occupare degli spazi colorati usando mani, gambe e altre parti del corpo. In quel frangente non è raro vedere anziani cadere a terra rovinosamente e subire conseguenze fisiche anche molto gravi, ma il piacere che deriva dalla partecipazione a quel grande scacchiere umano supera età, acciacchi e anche il concetto di terrore della morte.
La festa prosegue il giorno successivo con la celeberrima corsa delle melanzane: uomini e donne si affrontano lungo la via principale della città con melanzane di stagione legate sotto i piedi scalzi. La competizione è spietata ma l’ilarità contagia tutti a causa delle ridicole movenze dei concorrenti e delle frequenti scivolate, tipica conseguenza dell’utilizzo dei calzari-ortaggio.
Il terzo giorno, invece, è dedicato a una riflessione alta; all’alba, tutti i ragazzini presenti alla festa indossano delle maschere rappresentative di divinità indo-occidentali e chiedono al sole che sorge di eliminare l’inquinamento, lo spread, la fame nel mondo e le cose inutili in generale. Alla fine della preghiera, vengono lanciati gelati al gusto Puffo che generano un momento di spensierata aggregazione con i più grandi.
L’ultima data della festa è il simbolo della rinascita: le persone si scambiano dei regali: magliette, piccoli oggetti in metallo, melanzane usate durante la corsa e altri cimeli che ricordano i bei momenti passati insieme. Una grande brace serale innalza al cielo nuvole di fumo gustoso; il vicesindaco ci ha confessato che quella situazione, prosaicamente, indica che ci sarà bisogno di un’altra preghiera al sole per eliminare i gas tossici e, naturalmente, di un’altra festa. Che verrà regolarmente replicata l’anno successivo, per la gioia di tutti.
Si tratta insomma di un evento a cui suggeriamo di assistere almeno una volta nella vita, nonostante certi aspetti sconvenienti e da veri cavernicoli della manifestazione. In alternativa, si può evitare di trovarsi coinvolti nelle celebrazioni raggiungendo gli stabilimenti balneari che distano solo pochi chilometri da lì. A voi la scelta, e comunque vada buon divertimento.